L’importanza di ricordare
Alessandra Cannova, Salvatore Cannova, Valeria De Luca, Roberta Ruvolo 4D
Stragi
nazifasciste contro i civili nel Nord Italia
Il generale Giuseppe Castellano firma l'armistizio a Cassibile (Siracusa) per
conto di Badoglio. Il giorno dopo la sua proclamazione (8 settembre 1943) il re
abbandona Roma e si rifugia a Brindisi.
Dopo la destituzione di Mussolini, il nuovo primo ministro Pietro Badoglio rese
nota soltanto l’8 settembre la firma dell'armistizio fra l’Italia e le forze
alleate. Così all'indomani dell'8 settembre l’Italia si trovò divisa in due
parti: il Centro e il Nord furono occupate dalla Germania nazista e amministrate
dal governo fascista della Repubblica Sociale, mentre al Sud, con l'avanzata
degli Alleati e la riorganizzazione delle istituzioni monarchiche, si gettavano
le basi per il ritorno alla democrazia.
Nei quasi quasi due anni che intercorsero tra l'armistizio e la Liberazione, vi
furono oltre 5.500 episodi di violenza omicida perpetrata dalle forze naziste e
fasciste, che portarono alla morte di più di 23mila persone. In questi numeri
vengono considerate le uccisioni dovute ai rastrellamenti, alle esecuzioni
"esemplari", alle rappresaglie sui civili e agli omicidi per motivazioni
razziali avvenuti sul suolo italiano.
Gli eccidi furono compiuti sia dai reparti nazisti di stanza in Italia sia dalle
milizie e forze di polizia fasciste. Più della metà delle vittime furono civili
uccisi nelle rappresaglie, la parte restante fu composta soprattutto da
partigiani attivi nella Resistenza, da esponenti antifascisti, religiosi e
militari. Oltre 1.500 bambini e adolescenti vennero trucidati.
Tra
le stragi più crudeli vi sono quelle di Avasinis Trasaghis, di Benedicta, di
Cumiana, di Fondotoce, di Altissimo, di Giaveno, di Poligono del Ciberno, di
Grugliasco, di Via Ghega, di Solarolo, di Madonna dell’Albero, di Villamarzana e
l del Col du Mont Fornet. In gran parte di queste stragi le vittime oltre ad
essere persone adulte sono anche state bambini o minori( circa 63). Le matrici
di questi atti di violenza sono nazifasciste e le modalità di uccisione
utilizzate sono la fucilazione, omicidi con armi da fuoco, impiccagione e
minamento. Inoltre durante queste stragi si sono verificati episodi di furto,
saccheggio e di stupro, le case furono incendiate e i corpi delle vittime furono
occultati o distrutti. Infine le persone che rimanevano in vita venivano
deportate dai nazisti in Germania e rinchiusi nei lager.
Dopo la fine della Seconda Guerra Mondiale e in particolare dopo il processo di
Norimberga furono condannati molti nazisti e fascisti accusati di crimini contro
l’umanità. La dittatura è un tipo di sistema totalitario e ha come principale
obiettivo la negazione di ogni tipo di libertà dell’individuo e l’eliminazione
fisica degli oppositori del regime. Fortunatamente questo regime è destinato ad
esaurirsi in quanto il popolo dopo anni di ingiustizie ed oppressioni, si
rivolterà contro il dittatore. Le stragi commesse nei confronti dei civili nel
Nord Italia e nel resto della Penisola devono essere oltre che occasione di
riflessione storica, anche memoria collettiva grazie alla quale i cittadini
italiani possano comprendere pienamente l’importanza della democrazia e quanto
sia fondamentale battersi per difendere i propri diritti di esseri umani.